LA CONTINGENZA AL CINEMA
Stephen Jay Gould
arteideologia raccolta supplementi
nomade n. 5 dicembre 2011
OÙ SOMMES-NOUS?
9
pagina
La contingenza è stata un tema importante anche in film, sia recenti sia classici.
In Ritorno al futuro (1985), Many McFly (Michael J. Fox), un ragazzo trasportato nel passato, alla scuola superiore frequentata dai suoi genitori, deve lottare per ricostituire il passato com'e accaduto realmente, dopo che la sua intrusione accidentale ha minacciato di modificare lo svolgersi iniziale degli eventi (quando sua madre, in un'interessante variazione sul tema di Edipo, si prende una cotta per lui).
Gli eventi che McFly deve correggere sembrano cose di scarsa importanza, ma egli sa che nulla potrebbe essere più importante, poiché il suo insuccesso avrebbe conseguenze estreme, fra cui la sua cancellazione, poiché in tal caso i suoi genitori non si sarebbero mai conosciuti.
La massima espressione della contingenza - quella che io considero l'olotitipo1 del genere - si trova verso la fine del capolavoro di Frank Capra, La vita e meravigliosa (1946).
George Bailey (James Stewart) ha condotto un vita di privazioni perché il suo senso del dovere gli ha fatto rimandare la realizzazione dei suoi sogni personali per offrire sostegno alla famiglia e alla città.
La sua precaria impresa di costruzioni e prestiti è stata spinta al fallimento con l'accusa di frode in conseguenza delle manovre del taccagno signorotto della città, il signor Potter (Lionel Barrymore). George, disperato, decide di affogarsi, ma Clarence Odbody, il suo angelo custode, interviene gettandosi in acqua prima di lui, ben sapendo che il senso del dovere di George gli imporrà di salvare una persona in pericolo prima di togliersi la vita.
Clarence cerca poi di rincuorare George nel modo più diretto: "Lei non sa quante cose ha fatto"; ma George risponde: "Se non fosse stato per me, ora starebbero tutti molto meglio... Sarebbe stato meglio se non fossi mai nato."
Clarence, in un lampo di ispirazione, realizza il desiderio di George e gli mostra una versione alternativa della vita nella sua cittadina di Bedford Falls, la quale si svolge come se lui non fosse mai esistito.
Questa splendida scena di dieci minuti è sia un classico della storia del cinema sia l'illustrazione più bella in cui mi sia mai imbattuto del principio basilare della contingenza: una ripetizione del film con un esito del tutto diverso ma altrettanto ragionevole; mutamenti piccoli e apparentemente insignificanti, fra cui I'assenza di George, conducono a sequele di differenze che si ingrandiscono accumulandosi.
Ogni cosa, nella ripetizione senza George, funziona perfettamente sia sul piano personale sia su quello economico, ma questo mondo alternativo ci appare squallido e cinico, e persino crudele, mentre George, pur con la sua vita apparentemente insignificante, aveva impregnato tutto quanto lo circondava di gentilezza, creando inoltre condizioni di vita migliori per le persone che lo circondavano e che avevano potuto beneficiare della sua attività.
L'idilliaca cittadina americana di Bedford Palls si è riempita di bar, di sale da biliardo e di bische per il gioco d'azzardo; è stata ribattezzata Potiersville, perché in assenza di George la Bailey Building and Loan è fallita e il suo rivale senza scrupoli si è impadronito di tutto fino a cambiare il nome della città.
Un cimitero occupa l'area della comunità di piccole case che George aveva finanziato a basso interesse e concedendo infinite dilazioni.
Lo zio di George, disperato per il fallimento, è ricoverato in un manicomio; sua madre, dura e fredda, gestisce una misera pensione; sua moglie è una vecchia zitella che lavora nella biblioteca della città; cento uomini sono morti nell’affondamento di una nave che, nella versione con George, era stata salvata da suo fratello; ma poiché, van anni prima dell'incidente della nave, il fratello di George era stato da lui salvato mentre stava per affogare, nella versione senza George, essendo affogato, non aveva poi potuto intervenire nell'incidente della nave, guadagnandosi in tale occasione una medaglia al valor militare.
Lo scaltro angelo, ribadendo il suo ragionamento, esprime allora la dottrina della contingenza: "Strano, non e vero? La vita di ogni uomo tocca la vita di tanti altri uomini, e quando lui non c'e lascia un buco terribile, no?... Vedi George, in realtà hai avuto una vita meravigliosa.
Contingenza è sia la parola d'ordine sia la lezione della nuova interpretazione della fauna di Burgess.
II fascino e il potere di trasformazione del messaggio di Burgess - un'esplosione fantastica di disparità iniziale seguita dalla decimazione, forse in gran parte casuale - risiedono nella sua affermazione della storia come principale determinante delle direzioni della vita. >


1 - "Olotipo" e un termine del gergo tassonomico per l'esemplare designato a portare il nome di una specie. Si scelgono degli olotipi perche i concetti di specie sono soggetti a mutare e i biologi devono avere un criterio per l'attribuzione di un nome originale. (Se, per esempio, qualche tassonomista dovesse giungere alla conclusione che nella prima descrizione furono erroneamente confuse insieme due specie, il nome originale restera acquisito al gruppo comprendente l'esemplare olotipo.).
La concezione anteriore e diametralmente opposta di Walcott aveva localizzato decisamente il modello della storia della vita nell'altro stile, più convenzionale, della spiegazione scientifica: la prevedibilità diretta e la sussunzione sotto leggi invarianti della natura.
Inoltre, oggi tenderemmo a rifiutare la concezione di Walcott di leggi invarianti vedendo in essa più un'espressione di una tradizione culturale e di una preferenza personale che non un'espressione accurata di modelli naturali.
Come infatti abbiamo visto, Walcott lesse la storia della vita come il compimento di un fine divino garantito per fornire la coscienza umana dopo una lunga storia di progresso graduale e costante.
Gli organismi di Burgess dovevano essere versioni primitive di animali destinati a continui miglioramenti e la vita doveva muovere in avanti da questo inizio limitato e semplice.
La nuova concezione si fonda invece sulla contingenza.
Dato il gran numero di possibilità di Burgess press'a poco equivalenti sul piano delle promesse anatomiche – più di venti piani anatomici di artropodi in seguito decimati per dare quattro sopravvissuti, forse quindici o più anatomie uniche disponibili per essere utilizzate come rami maggiori, o phyla, dell'albero della vita - il nostro modello moderno di disparità anatomica viene gettato in grembo alla contingenza.
L'ordine moderno non fu garantito da leggi fondamentali (selezione naturale, superiorità meccanica nei piani anatomici) e neppure da generalità di livello inferiore dell'ecologia o della teoria dell'evoluzione. L'ordine moderno è in gran parte un prodotto della contingenza.
Come Bedford Falls nella versione con George Bailey, la vita ha una storia sensata e risolvibile, che in generale ci piace perché siamo riusciti a emergere in essa, esattamente un istante-geologico fa.
Ma, come Pottersville nella versione senza George Bailey, qualsiasi ripetizione, modificata da un qualsiasi particolare iniziale insignificante, avrebbe fornito un risultato diverso ugualmente ragionevole e risolvibile, ma estremamente sgradevole alla nostra vanità in assenza di forme di vita dotate di coscienza di sé. (E’ inutile dire che la nostra vanità inesistente non sarebbe senza dubbio un problema in un tale mondo di alternative.)
Fornendo un insieme massimo di possibilità anatomicamente efficienti fin dall'inizio, la fauna di Burgess diventa il nostro esempio centrale per il potere di controllo della contingenza nel fissare il modello della storia della vita e la sua composizione attuale.
Infine, se si accetta il mio argomento che la contingenza non è solo risolvibile e importante ma anche - in un certo modo speciale - affascinante, allora Burgess non solo rovescia Ie nostre idee generali  sull'origine del modello, ma ci colma di una nuova sorta di meraviglia (e anche di un brivido in considerazione dell'improbabilità dell'evento) per il fatto che l'evoluzione sia arrivata in generale sino all'uomo.
Noi siamo stati migliaia e migliaia di volte così vicini (metti il pollice a un millimetro circa di distanza dall'indice) a essere cancellati in conseguenza dell'avviarsi della storia lungo una direzione diversa non meno ragionevole di quella che ha scelto. Se ripetiamo un milione di volte il film della vita a cominciare da Burgess, dubito che tornerà mai a svilupparsi qualcosa di simile all'Homo sapiens.
pagina di compensazione
pagina
Da S. J. Gould, La vita meravigliosa, ed. Feltrinelli , Milano 2008
-